LA FESTA DELLA PROVVIDENZA
Salvatore Daquino

Pubblico un "compito" che la mia cara MAMMA, detta "Raziedda a Feta" e la sua amica d'infanzia ," Nane a Iarozza" avevano svolto vai tempi in cui frequentavano con Passione l'università della terza età, diretta dalla cara Preside Gina Giucastro.
Sono entrambe decedute, e vorrei ricordarle così, in occasione della prossima festa della provvidenza È una breve descrizione dei loro ricordi giovanili, e di come sia mutata l'attenzione e la partecipazione ad una delle tre più importanti feste amate dai buccheresi. Lo scritto risale all'incirca a dopo l'anno duemila due.

 

Ai tempi nostri, quando eravamo giovani nella settimana prima della festa c’era la fiera degli animali che si faceva fuori dal paese, dove c’è la chiesa del Crocifisso. La si vendevano e si compravano muli mucche e pecore. In pizza che noi chiamavamo i canali perché c’erano 4 canali che usciva acqua notte e giorno c’era la fiera degli oggetti casalinghi, si faceva una volta l’anno e si comprava quello che occorreva per la casa. Adesso invece c’è una volta al mese.
Nelle tre sere prima della festa in chiesa c’era il triduo della madonna, veniva un sacerdote di fuori e faceva la predica, c’era una commissione che girava per raccogliere i soldi .
La sera della vigilia dopo la predica c’era la processione della reliquia accompagnata dalla musica. La mattina della festa c’era la sparata che cominciava dalla punta del paese a tutta la strada grande, cioè corso Umberto fino ai canali e suonava la banda musicale.
Alle undici c’era la santa messa e il panegirico, all’uscita della chiesa si sparavano le bombe e si faceva la processione della Madonna che girava le strade principali del paese accompagnata dalla banda musicale. Arrivata in piazza canali c’erano dei fuochi che noi dicevamo il trattenimento, si facevano volare dei palloncini colorati e della cartavelina e dopo si ritirava nella chiesa matrice.
Si preparavano dei dolci come la pagnuccata, pan di spagna e altro, si preparava della pastasciutta con sopra delle uova cucinate nella salsa nei piatti grandi, chiamati fiancotti tanto che ci poteva mangiare una intera famiglia e si vendevano in piazza nel pomeriggio. Alla fine si facevano volare dei palloncini molto grandi di diversi disegni anche con la figura della provvidenza.
Verso sera faceva un altro giro e poi si ritirava nella sua chiesa S. Antonio. Verso le 10 di sera c’era la musica a palco fino alla mezzanotte e dopo c’erano i fuochi d’artificio, con delle ruote che giravano in forme diverse troppo belle che adesso non se ne fanno più.
Era una bellissima festa che adesso qui a buccheri non se ne vedono più, e così chiudeva la festa della PROVVIDENZA che si festeggiava nel mese di maggio che adesso si festeggia la prima domenica di luglio.

Università della terza età di Buccheri
Daquino Grazia
Spanò Maria

 

 

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