ho un ricordo bellissimo della mensa alla Badia Si stava
tutti seduti con il piatto davanti ma non si poteva toccare.
quando tutte le classi erano schierate nei tavoloni il maestro
dava il via e a mangiarsi un piatto di pasta era "na fatta i
cruci", "pariumu allamiati" Chi finiva prima alzava la mano e se
eri fortunato ti toccava un altro piatto di pasta, stavolta da
mangiare con calma perche non esisteva la possibilità di averne
un terzo (Vittorio Salamone )
Alla mensa piatti e bicchieri di alluminio...(Maria Grazia
Paparone )
Quanto era buona a pasta ca fasola !(Vito Buccheri)
Camillo... lo scheletro che aveva il professore Giaquinta dietro
la porta (Francesco Ripa)
Perchè no: "u rumazzu" del Maestro Franco che funzionava sia per gli
scolari "disattenti" che per la cartina geografica.(Ercole Aloe)
Alla mensa quando i posti liberi erano pochi e si alzava la mano
per un secondo posto si veniva perquisiti e se si trovava anche
un solo panino nascosto come premio si riceveva un grande
ceffone talmente forte da farti cadere a terra e subito dopo
rimandato a sedere al proprio posto (Tavano Vito )
INSEGNANTI SEVERI MA CI INSEGNAVANO LA BUONA EDUCAZIONE E IL RISPETTO PER
GLI ALTRI E A DISTANZA DI TANTI ANNI CE LI RICORDIAMO SEMPRE
(Sebastiano Cappello)
La bacchetta del prof. Giaquinta e moglie....e la stanza delle
bidelle...dove i nostri mal di pancia si trasformano in acqua e
alloro pronto uso....l'odore della gomma...attraversando l'aula
magna. Ricreazione in cortile esterno...mi hanno rotto i denti
per giocare ad appuzza e n'cravacca....🤗Bei tempi comunque.
(Viviana Battaglia)
La presa per le orecchie del prof Giaquinta (Chiara Trapani)
Per noi da Lifisa, prima tutta discesa, poi tutta "acchianata", sia andata
che ritorno. (Salvatore Cataldo)
La cosa peggiore??? Per andare in bagno bisognava scrivere la
seguente frase e senza errori altrimenti la dovevi riscrivere :-
Signor maestro, per favore, posso andare a gabinetto?-
Ma fatemi il piacere...ce la potevamo fare addosso assieme alle
sue famose tirate d'orecchio (Daniela D'Angelo )
Io ricordo che ogni mattina, prima di entrare a scuola, ci controllavavamo
le mani e le unghie. La prima cosa che faceva il maestro
(Marziano) era di far distendere le mani, messi all'impiedi nel
proprio banco. Ogni mano "sufficientemente sporca" riceveva la
meritata bacchettata, con conseguenziale lacrimetta silenziosa.
E chi lo raccontava a casa, rischiando il saldo di quanto
ricevuto a scuola? (Giuseppe Gaetano Trigili)
Premetto che ho qualche anno più di voi, ma ricordo ancora la
mia vita scolastica a Badia. Al mattino andavamo tutti con lo
scaldino qualunque tempo ci fosse, e mai accompagnati. Quando si
usciva da scuola si faceva la discesa da 'Irara' correndo con lo
scaldino in alto e la mantella per la pioggia al vento.Era
bellissimo! Allora i bambini non conoscevano i traumi,ma avevano
tanto rispetto per i maestri e per i genitori. (Vittoria Scollo
)
Io ho avuto la fortuna di essere stato alunno del Maestro morabito. Una
bravissima persona con un po di retorica in quando almeno una
volta a settimana ci faceva cantare le canzoni della prima
guerra mondiale e siccome io avevo ed ho ancora la voce ta
tenore mi metteva d'avanti ai primi banchi. Il supplente a volte
era il maestro Vito Pisano ( che riposi in pace) che io avevo
molto rispetto e quando qualche ragazzo faceva il bullo lui lo
sistemava. Noi ragazzi avevamo molto rispetto dei maestri. Se
prendevamo qualche colpo di bacchetta o qualche schiaffo non
avevamo il coraggio di raccontarlo a casa sennò ci toccava il
resto. Il refettorio diventava incantato quando a Natale ai
ragazzi poveri ci facevano il pranzo Natalizio con tante cose
buone. Che bei ricordi che mi affiorano nella mente. Si era
poveri , ma c'era piu rispetto e più amore nelle famiglie . Io
abitavo vicino la Batia e i miei giochi si svolgevano O chianu a
batia. Ricordo pure che una volta il Maestro Italia di Ferla
sotto la sua regia ai ragazzi gli fece fare una specie di teatro
che rappresentava cosa succedeva in una strada Siciliana.
Ricordo perfettamente ancora la canzone che cantarono mio
fretello Sebastiano e Nuzio Vinci e ricordo ancora la canzone
che cantava aTuruzza a Bruora che cercava la figlia chiedento
alla gente. " Agintuzzi canuscenti ca staciti 'nta sta via atu
avisto l'arma mia a figghiuzza do mecor. Sciatu miu sciatu d'amuri
nun la senti la mammuzza ca do chiantu si sminuzza sciatu miu
schiatu d'amuri (Francesco Mazza)
siete tutti fantastici,avete detto e ricordato tutto nei minimi
dettagli. Io posso solo aggiungere l'entusiasmo che all'epoca ci
coglieva,quando,nelle belle giornate primaverili,i nostri
insegnanti ci guidavano in quelle stupende palestre del nostro
storico edificio scolastico.Li ,guardando il cielo
azzurri,mischiando le nostre voci a quelle della natura
intorno,e ascoltando il tono forte degli appelli alla prudenza
dei nostri insegnanti,ci sentivamo sereni e inebrianti di gioia
infantile... (Fausto Nicolini )
Un'altro bellissimo ricordo erano le "scampagnate scolastiche"
che si facevano ogni tanto nel pianoro che dista un chilometro
circa dalla statale verso Catania. (Giuseppe Gaetano Trigili )
Si a utara o cavazzu (Francesco Mazza)
All'uscita dalla scuola per noi maschi era talmente naturale che
all'unisono iniziavamo una corsa in discesa verso i canali
talmente veloce da saltare gli scalini 2 a 2 e nelle continue
strettoie per cambiare direzione e non farci male dovevamo
mettere le mani in avanti ed al momento opportuno appoggiarle al
muro e svoltavamo. Dalla badia per arrivare davanti al panificio
di Ciccio Calisti non impiegavamo più di un minuto (Tavano Vito)
Ricordo che ogni mattina, prima di iniziare le lezioni,il
professore Giaquinta ci faceva fare la preghiera. Ogni settimana
veniva eletto un capo classe e un vice capo classe e un capo
pulizia (con tanto di scrutatori e presidente! ). Il compito del
capo pulizia era quello di controllare che tutti gli alunni
avessero il grembiule pulito e corredato di
fiocchetto,occhi,orecchie,mani e unghie pulite. Un duro compito!
Chi veniva eletto capo pulizia aveva una grossa
responsabilità...doveva scrivere su un foglietto i nomi dei
compagnetti che non rientravano nei parametri di ordine e
pulizia richiesti dal maestro. Finita l'ispezione,il capo
pulizia consegnava il foglietto al maestro...e li erano dolori!
I malcapitati venivano chiamati in cattedra e rimproverati
duramente. Ricordo la palestra e il cortile della Badia, dove il
maestro ci portava a fare ginnastica e marciare come piccoli
soldatini... (Rosetta Daquino )
La bacchetta della Sig. Cataldo dati dietro le ginocchia a chi faceva il
monello. (Gianni Grazia Rotella)
Quanto mi piaceva quella mantellina con cappuccio e stivali di gomma che
le mamme ci mettevano nei giorni di pioggia per andare a scuola.
Il piacere di andare a calpestare apposta le pozzanghere di
acqua, tanto, eravamo ben impermeabilizzati ! (Vito Buccheri)
Niente di più vero per noi era bellissimo andare a scuola con la
mantellina e stivali e poter calpestare le pozzanghere oppure
passare durante la pioggia proprio dove scorreva l'acqua piovana
(Tavano Vito)
Chi si ricorda quando nevicava e tutti noi aspettavamo il Maestro Morabito
con la sua Auto per farlo arrivare lo spingevamo? (Franco
Sammartino)
Quando nevicava ed il maestro Morabito che era il mio maestro
per liberare la strada e poter partire con la sua fiat 600 ci
diceva : oggi si fa educazione civica ed imparate come si spala
la neve. Cosi facendo ci faceva spalare e liberare tutta la
palestra dalla neve (Tavano Vito )
Io ricordo il panino con la marmellata di cotogne in tavoletta...oltre che
il freddo! (M.G. Spanò)
Io non posso dimenticare l'odore della pasta e fagioli...buonissima e a
bidella vituzza co mantali ca paria na massara ca ministrava ne
piatti e tutti vuliunu u bis (Lucia Gianfriddo)
Proprio vero,probabilmente era il piu' gustoso primo piatto.
Tutti chiedevamo doppia razione di pasta e fagioli.... (Fausto
Nicolini )
..la pastasciutta era fatta con
tanto concentrato e piena di olio ,il formato della pasta era (
Italieddu rossu )
Ricordo anche la pasta e fagioli ,per me più buona, perché
riuscivo a mangiarla meglio.
La mia maestra era la dolcissima maestra Calafato che io ricordo
sempre con tanto affetto. (Graziella Cecchini)
all'ora dell'uscita tutti in fila nel corridoio davanti alla
classe ,si aspettava che la sala della mensa era pronta con
tutto il cibo sulla tavola. Man mano che si arrivava ci sedevamo
sulla panca, ma non si poteva cominciare a mangiare perché si
doveva iniziare tutti insieme. Si mangiava in fretta con la
speranza di prendere un secondo pasto di quelli fatti in più.
Però si doveva mangiate tutto perché si veniva perquisiti e se
si trovava un panino nascosto nella cartella dopo un sonoro
ceffone ed un calcio nel sedere si veniva buttati fuori dalla
scuola in anticipo. Ma l'indomani si ritentava nuovamente a
prendere due posti e mangiare il doppio . Ricordi
indimenticabili (Tavano Vito)
Anni quaranta era quasi lo stesso, ma, in più, subito dopo le
vacanze di Natale arrivava la Befana fascista. Quante cose utili
ci portava. Altri tempi. (Pippo Iurato)
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