DIZIONARIO TOPOGRAFICO DELLA SICILIA
VOL 1
 VITO AMICO
1858
(Stralcio voce "Buccheri"

Buccheri
Lat. Bucher. Sic. Buccheri (V. N.) Città saracenica, nella Gomorra di Noto, e la provincia chiesiastica di Siracusa; occupa i faticosi colli detti dell'Alloro, reputati i più alti di tutta la regione ; sono accessibili cessando il verro, e da quivi una amenissima ed ampia pittura si scorge, da una parte del monte Etna sino allo basseradici, dall'altra della spiaggia meridionale ed orientale sino al promontorio Pachino. Sin dai tempi dei normanni rifulse degli onori di Contado, poi nel 1627 si ebbe il titolo di Principato per opera di Girolamo Morra che erano il Signore.

Sorgeva un tempo in un' erta, a mezzogiorno, dove sono gli avanzi di antica rocca; ora in un seno di monti, rivolto a Nord, bagnato dalle àcque del fiume che scorre dal fonte Canale, non poco accresciute nell'inverno dalle pioggie e dalle nevi, e che vi hanno il loro corso verso Ovest.

Occorre colà un lungo ed ampio ponte, che congiunge i lati dei monti, e la città, che stendesi dall'una e dall'altra parte in due regioni. Corrisponde al ponte ad oriente una piazza, dove sorge la Madrice Chiesa dedicata a S. Ambrogio Vescovo, con dritti parrocchiali, e diretta da un Sacerdote col titolo di Beneficiale, secondo il costume di tutta la Diocesi; le è suffraganea la Chiesa di S. Maria Maddalena, dove amministransi i Sacramenti alla gente dell'altra parte, ed altre undici.

Abitavano i Minori Cappuccini sotto i confini del paese , e vi si stabilirono sin dal 1620, frequentando per gli ufici divini la Chiesa di S. Maria della Grazia, occupata gran tempo dai Carmelitani ; ma poi stabilirono un novello domicilio in sito più alto a Settentrione, 300 passi discosto dalle mura. I Carmelitani, abbandonato l'antico sito, costituironsi nel 1622 presso la Chiesa di S. Giovanni, cui dettero il nome di S. Maria di
Monte Carmelo, ma vennero poi a mancare per povertà di rendite, e gli eremiti supplirono nel luogo.

Nel 1433 fabbricato a spese pubbliche, in alto sito, verso mezzogiorno, un Monastero, per opera di Gregorio de Bernardo, alla Chiesa di S. Maria Annuaziata, vi si Costituirono le monache sotto la regola di S. Bendetto: gli eremiti finalmente, detti di S. Maria di Fonte Aurato si ban fuori le mura case decenti.

Ad un mezzo miglio sotto il colle. è una sacra grotta appellata di S.Niccola, celebre per religione, e più per antichità ; vi si ammirano varie pitture di greca mano; ed affermano essere stata la prima Chiesa dei Cristiani , prima dei Saraceni, poichè dicesi essere stata negli antichi tempi e la città e la rocca, opera dei Leontini, quantunque debba attribuirsene il nome ai Saraceni. S. Maria del titolo dell'Immacolata Concezione oggi è la Patrona tutelare della città; pure versantisi parte dei cittadini nella primaria divozione di S. Maria Maddalena, parte del Mart. S. Vito, ne celebrano a gara con fiere i giorni festivi.

Si ha la città insegna propria, cioè tre colonnette con due spade incrocicchiato, ed una corona. Secondo le leggi comuni, l'annuo magistrato civile è ad arbitrio del Principe. Il Vicario del Vescovo però esercita giurisdizione sullo spirituale. Va bella di uomini chiarissimi: Stefano dei Minori Cappuccini, predicatore di insigne pietà, di cui il Pirri contaci maraviglíe, nelle Not. sulla Chiesa di Siracusa. Silvestro e Clemente, del medesimo Ordine, commendati negli Annali per Innocenza di vita ed esimia virtù. Giuseppe Riccio enumerato dal Mongitore trai sicoli scrittori per le tragedie che diede alla luce.

Si ha un territorio fecondissimo e ridondante di olio, vino, biade, pascoli; ma i suoi colli sono coperti nell'inverno di molta neve, che perciò conservasi in gran copia nelle grotte, poi smerciata dagli abitanti con non piccolo guadagno nelle parti vicine. Contavansi nel secolo XVI 810 case, 3029 anime, nei censo susseguente eransi diminuite le case a 762, e gli abitanti a 2992, ma si sono oggi aumentati a 3444.

Militavano di questi sotto la bandiera provinciale ed il Prefetto di Caltagirone 37 fanti e 5 cavalli. Si hanno i Signori di Buccheri il XXVII posto nel Parlamento, trai Principi. Ne è questa la serie. Sotto i Normanni impadronivasi della città Roberto Paternò, che leggo, spesso soscritto nei diplomi di quei Principi. Il di lui figlio Costantino è detto Conte di Buccheri in una lapide rinvenuta a mio tempo in Catania, di cui arrecai nella storia, dove Matilde pone un epitaffio nel 1160 al marito Costantino di Paternò figlio di Roberto, Conte di Buccheri e di Partanna, in armi famoso. Confermano ciò antichi scrittori di questa famiglia , che notano apposti un tempo gli stemmi della famiglia Paternò nel castello della città.

Nel 1240 Alaimo Leontino dicesi Signore di Buccheri, Palazzolo, e Odegrillo; attestano essersi in questi tempi stabiliti in Catania i Leontini; forse dunque il padre di Alaimo si ebbe Buccheri dagli eredi di Costantino, o per dote, o per vendita. Non ricavasi però dagli antichi scrittori avere ottenuto la città i predecessori di Alaimo per beneficio del Re Ruggiero, come attesta il Mugnos nel suo Teatro dette famiglie. Morì Intanto Costantino, come dalla citata epigrate, dopo il medesimo Ruggiero. Fu anche Alaimo, come diremo, Borgomastro di Ficarra per dritto di moglie; aveva perduto sotto i Francesi queste Signorie; non solo perciò aderi a Pietro Aragona , ma trai primi fabbricò la ribellione da Carlo: ottenne poi dall'Aragona, e Buccheri, e gli altri suoi dritti ; tuttavia sotto Giacomo figliuolo di Pietro, come reo di Maestà, perdette coi beni la vita.

Piegò allora Buccheri a Riccardo di Montalto catanese, cui successe il figliuolo Gerardo, confermato nel 1313 da Federico II. Ebbe a successore Giovannuccio, che nel 1339 disse omaggio a Pietro II, e. quantunque secondogenito, fu preposto dal padre al primonato Riccardo; Regio Maresciallo sotto Federico II , di molto aiuto gli fu.
Non è qui fuor di proposito notare un mio errore; poíchè nelle note al Farzello Dec. 2, lib. 9, cap. 6, n. 3, scrissi, essere stato Rolando Aragona, Signore di Buccheri e Prefetto di Siracusa, e falsamente accusai l'autore di dimenticansta.

Nacque da Giovannuccio Giovanni, registrato nel censo del Re Martino del 1408 ed altrove, trai catanesi feudatarii. Dopo tre anni vennegli tolta la Signoria dì Buccheri, perchè ribelle alla regina Bianca, ed investitone Antonio Barresi Conte di Militello; ma ritornato in grazia, e restituito nel suoi beni, ebbesi a successore il figlio Giòvannuccio II, da cui Giovanni, che professò obbligazione nel 1453 sotto Alfonso. Crede Barberi superstite nel 1508 Cataldo flgliuolo di Giovanni e di Violanta, ma rinvengo altrove intromettersi Troisio e Filippo, ed esser provenuto da Giovanni IV il padre dì Cataldo, il quale dicesi Barone di Buccheri nei regii libri del 1557; succedettegli Cirolamo a cui poscia Vincenzo; da lui Isabella figliuola ed erede, che prese a marito Girolamo Morra nobile napolitano , donde nacque Girolamo II, che ottenne il primo nel 1627 i titoli di Principe di Buccheri, e presa in moglie Giovanna Rizzo, generò Visconte Morra, il quale comprossi il dritto di spada per 6000 scudi sborsati al regio Questore, e si ebbe da Isabella Di Giovanni il figlio Francesco Principe di Castelrao per dritto di madre, poi marito a Felicia Cottone; nacque da questi lsabella Morra, che maritata a Domenico di Giovanni Principe di Trecastagne, partorì Anna Maria Signora di Buccheri, Gran Croce di S.
Giovanni di Gerusalemme; da cui e Giuseppe Agliata Borgomastro di Villafranca nacque Domenico, e da questo, Giuseppe, costituito nel 1752 Principe di Buccheri per donazione della nonna. Diremo altrove degli Agliata.
La latit. del paese è di 37°, di 38° 30' la latit. Dissi di già del fonte Birigeri, che è appresso Buccheri,
• le acque che scorrono nel mezzo il paese spettano al capo destro del fiume di S. Leonardo o di Regina (§).

 

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