Buccheri
Lat. Bucher. Sic. Buccheri (V. N.) Città saracenica, nella
Gomorra di Noto, e la provincia chiesiastica di Siracusa; occupa
i faticosi colli detti dell'Alloro, reputati i più alti di tutta
la regione ; sono accessibili cessando il verro, e da quivi una
amenissima ed ampia pittura si scorge, da una parte del monte
Etna sino allo basseradici, dall'altra della spiaggia
meridionale ed orientale sino al promontorio Pachino. Sin dai
tempi dei normanni rifulse degli onori di Contado, poi nel 1627
si ebbe il titolo di Principato per opera di Girolamo Morra che
erano il Signore.
Sorgeva un tempo in un' erta, a mezzogiorno, dove sono gli
avanzi di antica rocca; ora in un seno di monti, rivolto a Nord,
bagnato dalle àcque del fiume che scorre dal fonte Canale, non
poco accresciute nell'inverno dalle pioggie e dalle nevi, e che
vi hanno il loro corso verso Ovest.
Occorre colà un lungo ed ampio ponte, che congiunge i lati dei
monti, e la città, che stendesi dall'una e dall'altra parte in
due regioni. Corrisponde al ponte ad oriente una piazza, dove
sorge la Madrice Chiesa dedicata a S. Ambrogio Vescovo, con
dritti parrocchiali, e diretta da un Sacerdote col titolo di
Beneficiale, secondo il costume di tutta la Diocesi; le è
suffraganea la Chiesa di S. Maria Maddalena, dove amministransi
i Sacramenti alla gente dell'altra parte, ed altre undici.
Abitavano i Minori Cappuccini sotto i confini del paese , e vi
si stabilirono sin dal 1620, frequentando per gli ufici divini
la Chiesa di S. Maria della Grazia, occupata gran tempo dai
Carmelitani ; ma poi stabilirono un novello domicilio in sito
più alto a Settentrione, 300 passi discosto dalle mura. I
Carmelitani, abbandonato l'antico sito, costituironsi nel 1622
presso la Chiesa di S. Giovanni, cui dettero il nome di S. Maria
di
Monte Carmelo, ma vennero poi a mancare per povertà di rendite,
e gli eremiti supplirono nel luogo.
Nel 1433 fabbricato a spese pubbliche, in alto sito, verso
mezzogiorno, un Monastero, per opera di Gregorio de Bernardo,
alla Chiesa di S. Maria Annuaziata, vi si Costituirono le
monache sotto la regola di S. Bendetto: gli eremiti finalmente,
detti di S. Maria di Fonte Aurato si ban fuori le mura case
decenti.
Ad un mezzo miglio sotto il colle. è una sacra grotta appellata
di S.Niccola, celebre per religione, e più per antichità ; vi si
ammirano varie pitture di greca mano; ed affermano essere stata
la prima Chiesa dei Cristiani , prima dei Saraceni, poichè
dicesi essere stata negli antichi tempi e la città e la rocca,
opera dei Leontini, quantunque debba attribuirsene il nome ai
Saraceni. S. Maria del titolo dell'Immacolata Concezione oggi è
la Patrona tutelare della città; pure versantisi parte dei
cittadini nella primaria divozione di S. Maria Maddalena, parte
del Mart. S. Vito, ne celebrano a gara con fiere i giorni
festivi.
Si ha la città insegna propria, cioè tre colonnette con due
spade incrocicchiato, ed una corona. Secondo le leggi comuni,
l'annuo magistrato civile è ad arbitrio del Principe. Il Vicario
del Vescovo però esercita giurisdizione sullo spirituale. Va
bella di uomini chiarissimi: Stefano dei Minori Cappuccini,
predicatore di insigne pietà, di cui il Pirri contaci maraviglíe,
nelle Not. sulla Chiesa di Siracusa. Silvestro e Clemente, del
medesimo Ordine, commendati negli Annali per Innocenza di vita
ed esimia virtù. Giuseppe Riccio enumerato dal Mongitore trai
sicoli scrittori per le tragedie che diede alla luce.
Si ha un territorio fecondissimo e ridondante di olio, vino,
biade, pascoli; ma i suoi colli sono coperti nell'inverno di
molta neve, che perciò conservasi in gran copia nelle grotte,
poi smerciata dagli abitanti con non piccolo guadagno nelle
parti vicine. Contavansi nel secolo XVI 810 case, 3029 anime,
nei censo susseguente eransi diminuite le case a 762, e gli
abitanti a 2992, ma si sono oggi aumentati a 3444.
Militavano di questi sotto la bandiera provinciale ed il
Prefetto di Caltagirone 37 fanti e 5 cavalli. Si hanno i Signori
di Buccheri il XXVII posto nel Parlamento, trai Principi. Ne è
questa la serie. Sotto i Normanni impadronivasi della città
Roberto Paternò, che leggo, spesso soscritto nei diplomi di quei
Principi. Il di lui figlio Costantino è detto Conte di Buccheri
in una lapide rinvenuta a mio tempo in Catania, di cui arrecai
nella storia, dove Matilde pone un epitaffio nel 1160 al marito
Costantino di Paternò figlio di Roberto, Conte di Buccheri e di
Partanna, in armi famoso. Confermano ciò antichi scrittori di
questa famiglia , che notano apposti un tempo gli stemmi della
famiglia Paternò nel castello della città.
Nel 1240 Alaimo Leontino dicesi Signore di Buccheri, Palazzolo,
e Odegrillo; attestano essersi in questi tempi stabiliti in
Catania i Leontini; forse dunque il padre di Alaimo si ebbe
Buccheri dagli eredi di Costantino, o per dote, o per vendita.
Non ricavasi però dagli antichi scrittori avere ottenuto la
città i predecessori di Alaimo per beneficio del Re Ruggiero,
come attesta il Mugnos nel suo Teatro dette famiglie. Morì
Intanto Costantino, come dalla citata epigrate, dopo il medesimo
Ruggiero. Fu anche Alaimo, come diremo, Borgomastro di Ficarra
per dritto di moglie; aveva perduto sotto i Francesi queste
Signorie; non solo perciò aderi a Pietro Aragona , ma trai primi
fabbricò la ribellione da Carlo: ottenne poi dall'Aragona, e
Buccheri, e gli altri suoi dritti ; tuttavia sotto Giacomo
figliuolo di Pietro, come reo di Maestà, perdette coi beni la
vita.
Piegò allora Buccheri a Riccardo di Montalto catanese, cui
successe il figliuolo Gerardo, confermato nel 1313 da Federico
II. Ebbe a successore Giovannuccio, che nel 1339 disse omaggio a
Pietro II, e. quantunque secondogenito, fu preposto dal padre al
primonato Riccardo; Regio Maresciallo sotto Federico II , di
molto aiuto gli fu.
Non è qui fuor di proposito notare un mio errore; poíchè nelle
note al Farzello Dec. 2, lib. 9, cap. 6, n. 3, scrissi, essere
stato Rolando Aragona, Signore di Buccheri e Prefetto di
Siracusa, e falsamente accusai l'autore di dimenticansta.
Nacque da Giovannuccio Giovanni, registrato nel censo del Re
Martino del 1408 ed altrove, trai catanesi feudatarii. Dopo tre
anni vennegli tolta la Signoria dì Buccheri, perchè ribelle alla
regina Bianca, ed investitone Antonio Barresi Conte di
Militello; ma ritornato in grazia, e restituito nel suoi beni,
ebbesi a successore il figlio Giòvannuccio II, da cui Giovanni,
che professò obbligazione nel 1453 sotto Alfonso. Crede Barberi
superstite nel 1508 Cataldo flgliuolo di Giovanni e di Violanta,
ma rinvengo altrove intromettersi Troisio e Filippo, ed esser
provenuto da Giovanni IV il padre dì Cataldo, il quale dicesi
Barone di Buccheri nei regii libri del 1557; succedettegli
Cirolamo a cui poscia Vincenzo; da lui Isabella figliuola ed
erede, che prese a marito Girolamo Morra nobile napolitano ,
donde nacque Girolamo II, che ottenne il primo nel 1627 i titoli
di Principe di Buccheri, e presa in moglie Giovanna Rizzo,
generò Visconte Morra, il quale comprossi il dritto di spada per
6000 scudi sborsati al regio Questore, e si ebbe da Isabella Di
Giovanni il figlio Francesco Principe di Castelrao per dritto di
madre, poi marito a Felicia Cottone; nacque da questi lsabella
Morra, che maritata a Domenico di Giovanni Principe di
Trecastagne, partorì Anna Maria Signora di Buccheri, Gran Croce
di S.
Giovanni di Gerusalemme; da cui e Giuseppe Agliata Borgomastro
di Villafranca nacque Domenico, e da questo, Giuseppe,
costituito nel 1752 Principe di Buccheri per donazione della
nonna. Diremo altrove degli Agliata.
La latit. del paese è di 37°, di 38° 30' la latit. Dissi di già
del fonte Birigeri, che è appresso Buccheri,
• le acque che scorrono nel mezzo il paese spettano al capo
destro del fiume di S. Leonardo o di Regina (§). |